giovedì 1 maggio 2014

28 aprile lugubre a Milano: tristezza. E rimpianto per quello che avrebbe potuto essere

Anche quest'anno la città è stata tappezzata da manifesti fascisti e un lugubre corteo notturno ha attraversato le strade svegliando la gente nelle case con tamburi a morto.

Sullo spaventoso persistere della cultura della violenza e dell'autoritarismo che produce tutto  questo abbiamo già detto qui. E - soprattutto - qui
Su Milano una cosa va notata: che durante  i tristi e lunghi anni in cui l'amministrazione comunale era in mano alla nostra destra senza spessore, i violenti simboli nazifascisti erano sbandierati anche di giorno e anche nelle commemorazioni ufficiali; attualmente il sindaco - che pure partecipa alla commemorazione di Sergio Ramelli

così come a quella di Gaetano Amoroso

pone almeno un limite a un'ostentazione nazifascista che in nessun modo è giustificata dalla tragica morte di un ragazzo che a 18 anni è rimasto vittima della violenza politica. A Ramelli, come a tutti i ragazzi uccisi e in mille modi rimasti vittime delle allucinazioni della violenza, va un pensiero pieno di tristezza - e di rimpianto. 
Rimpianto per le loro vite spezzate e per quello che, invece, avrebbe potuto essere: se ai nostri figli fossimo capaci di insegnare la storia, la nonviolenza, la solidarietà e la capacità di camminare in strade comuni verso la convivenza e la tolleranza.
Invece di coltivare lutti contrapposti perpetuando violenze e autogiustificazioni, di questo dovremmo ricordarci sempre, guardando al futuro.

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