domenica 23 febbraio 2014

Grazie a tutte le donne, per il sostegno che mi avete dato! e teniamoci vicine

Inizio con un enorme grazie che vorrei si diffondesse in tutta la Lombardia. Non solo alle donne, ovviamente, ma qui mi rivolgo soprattutto a loro.
Da quasi una settimana penso di scrivere una riflessione sulla mia esperienza alle primarie per diventare segreteria regionale del partito democratico nella nostra regione, esperienza fortemente supportata con tanta energia, passione ed impegno da molte donne che si sono riconosciute nel nostro progetto e soprattutto nel nostro modo di proporre una politica rinnovata davvero e vicina alle persone. Abbiamo avuto un risultato molto più grande del previsto, soprattutto da chi ci riteneva semplicemente espressione della testimonianza di una piccola parte di persone. Abbiamo portato la gente a votare, anche se poca, purtroppo, troppo poca per considerare positivo il dato dell'affluenza: è questo un segno ulteriore della disaffezione dalla politica (e dal mio stesso partito) che ci deve preoccupare. Ma per noi, per la nostra proposta, sono venute persone non iscritte e anche tra gli iscritti abbiamo visto crescere l’entusiasmo. Certo non si poteva pretendere grande affluenza, considerando che pochi sapevano che cosa stava succedendo in queste primarie e contemporaneamente al Governo stavano avvenendo fatti che hanno creato molto spaesamento.
In ogni caso il 43% di chi ha partecipato (con punte ben più alte a Milano e in altre piazze) ha creduto in noi e vi confesso che sto ricevendo tantissime mail alle quali voglio assolutamente rispondere, perché questo legame non va disperso, ma al contrario rafforzato! Questa è una delle ragioni per le quali non riesco a fare una riflessione profonda come vorrei e che vorrei condividere con voi. Inoltre stiamo mettendo insieme le diverse realtà che ci hanno sostenuto nei territori e la Lombardia è grande!!! Poi devo anche recuperare il lavoro a scuola dove vivo la mia vita vera, come dico sempre. E soprattutto continuo a girare la Lombardia dove stanno andando al voto più di 1000 comuni e di seguirne alcuni dove conosco i candidati e le candidate alle primarie. Sono felice di poter dare un aiuto anche solo di presenza e passione, perché questo sostegno, che anch’io ho avuto la fortuna di sentire e vedere, so che è prezioso per alimentare il  coraggio di continuare!!!!               
Per ora vi mando questo breve messaggio pieno di gratitudine e prometto di tornare, per proporre una più approfondita riflessione.
Ciao carissime, e teniamoci vicine

sabato 22 febbraio 2014

NO-TAV: quattro ragazzi in isolamento e un'accusa grottesca di terrorismo

     Oggi, 22 febbraio 2014, è la giornata della mobilitazione nazionale a del movimento No Tav: il giorno giusto per provare a dare la mia prospettiva sulla cosa. Il 9 Dicembre 2013 decine di migliaia di Italiani scendevano in piazza per protestare “contro il sistema che stava strangolando famiglie ed imprese”: in quel giorno, con una inquietante coincidenza, la Digos arrestava quattro ragazzi (Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò) cui veniva contestato il reato di "attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione di armi da guerra, danneggiamenti". I fatti, accaduti al cantiere dell’alta velocità di Chiomonte, in Valsusa, risalivano alla notte fra il 13 e il 14 maggio 2013.
     Per istinto e scelta razionale io rifuggo dalla violenza; in tutta la mia vita ho sempre sostenuto che il dialogo e l’amorevolezza siano cifre necessarie del rapporto fra gli uomini. Ma, con pari costanza, cerco di capire e di individuare dove risieda la verità o quello che più le assomiglia. E nella vicenda no-tav mi pare risulti con chiarezza come i fatti non corrispondano a quello che viene raccontato dai media. Non entrerò nel merito: ma invito i lettori a documentarsi e a farsi un’idea propria, con la mente sgombra e il cuore libero. Nel frattempo quattro giovani sono in prigione, in regime di isolamento, con una improbabile accusa di terrorismo.
    Leggete la lettera scritta, a più mani, dai loro familiari, e non lasciamoli da soli. Se verrà stabilito che hanno infranto la legge per danneggiamento o reati simili, è giusto che arrivi una sanzione. Ma l’accusa di terrorismo è tanto grottesca quanto vaga, in particolare per il modo in cui non (sic!) è stata formulata…. Ci auguriamo che il buon senso prevalga, e il senso di  una reale giustizia guidi la magistratura e coloro che hanno il potere di compiere la scelta migliore per la Valsusa ed il Paese.

giuliana nuvoli 

"In queste settimane avete sentito parlare di loro. Sono le persone arrestate il 9 dicembre con l’accusa, ancora da dimostrare, di aver assaltato il cantiere Tav di Chiomonte. In quell’assalto è stato danneggiato un compressore, non c’è stato un solo ferito. Ma l'accusa è di terrorismo perché in quel "contesto" e con le loro azioni presunte “avrebbero potuto” creare panico nella popolazione e un grave danno al paese. Quale? Un danno d'immagine. Ripetiamo d'immagine. L'accusa si basa sulla potenzialità di quei comportamenti ma non esistendo nel nostro ordinamento il reato di terrorismo colposo, l'imputazione è quella di terrorismo vero e volontario, quello, per intenderci, a cui la memoria di tutti corre spontanea: le stragi degli anni 70 e 80, le bombe sui treni e nelle piazze, e di recente quelle in aeroporti, metropolitane, grattacieli. Il terrorismo contro persone ignare e inconsapevoli, che uccideva, che, appunto, terrorizzava l’intera popolazione. Al contrario i nostri figli, fratelli, sorelle hanno sempre avuto rispetto della vita degli altri. Sono persone generose, hanno idee, vogliono un mondo migliore e lottano per averlo. Si sono battuti contro ogni forma di razzismo, denunciando gli orrori nei Cie, per cui oggi ci si indigna, prima ancora che li scoprissero organi di stampa e opinione pubblica. Hanno creato spazi e momenti di confronto. Hanno scelto di difendere la vita di un territorio, non di terrorizzarne la popolazione. Tutti i valsusini ve lo diranno, come stanno continuando a fare attraverso i loro siti. E' forse questa la popolazione che sarebbe terrorizzata? E può un compressore incendiato creare un grave danno al Paese?
Le persone arrestate stanno pagando lo scotto di un Paese in crisi di credibilità. Ed ecco allora che diventano all’improvviso terroristi per danno d’immagine con le stesse pene, pesantissime, di chi ha ucciso, di chi voleva uccidere. E’ un passaggio inaccettabile, in una democrazia. Se vincesse questa linea, da domani, chiunque contesterà una scelta fatta dall’alto potrebbe essere accusato delle stesse cose perché, in teoria, potrebbe mettere in cattiva luce il Paese, potrebbe essere accusato di provocare, potenzialmente, un danno d'immagine. E’ la libertà di tutti che è in pericolo. E non è una libertà da dare per scontata.    
Per il reato di terrorismo non sono previsti gli arresti domiciliari ma la detenzione in regime di alta sicurezza che comporta l'isolamento, due ore d’aria al giorno, quattro  ore di colloqui al mese. Le lettere tutte controllate, inviate alla Procura protocollate, arrivano a loro e a noi con estrema lentezza, oppure non arrivano affatto. Ora sono stati trasferiti in un altro carcere di Alta Sorveglianza, lontano dalla loro città di origine. Una distanza che li separa ancora di più dagli affetti delle loro famiglie e dei loro cari, con ulteriori incomprensibili vessazioni come la sospensione dei colloqui, il divieto di incontro tra loro e in alcuni casi l'isolamento totale, perché sono pericolosi, grazie ad un’interpretazione giudiziaria che non trova riscontro nei fatti."

Questa lettera si rivolge ai giornali, alle Tv, ai mass media, perché recuperino il loro compito di informare, perché valutino tutti gli aspetti, perché trovino il coraggio di indignarsi di fronte al paradosso di una persona che rischia una condanna durissima non per aver trucidato qualcuno ma perché, secondo l'accusa, ha danneggiato una macchina o era presente quando è stato fatto.
Agli intellettuali, perché facciano sentire la loro voce. Perché agiscano prima che il nostro Paese diventi un posto invivibile in cui chi si oppone, chi pensa che una grande opera debba servire ai cittadini e non a racimolare qualche spicciolo dall’Ue, sia considerato una ricchezza e non un terrorista.
Alla Società  intera e in particolare alle famiglie come le nostre che stanno crescendo con grande preoccupazione e fatica i propri figli in questo Paese, insegnando loro a non voltare lo sguardo, a restare vicini a chi è nel giusto e ha bisogno di noi. Grazie
I familiari di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò

martedì 18 febbraio 2014

Le donne e la politica: il tempo di una rete nazionale è adesso

Nella Casa delle Donne ha avuto luogo un primo incontro milanese (qui documentato) che si inserisce in un progetto nazionale in cui le donne di propongono di fare un bilancio dell'operato della Giunte Comunali. Il tema della serata - la politica oggi e le donne - si è snodato lungo due percorsi diversi:
1. il primo relativo alla politica locale (Milano e dintorni);
2.  il secondo riferito a modelli cui la politica fa riferimento su base nazionale (e non solo).

1. La politica locale
   L’attuale sindaco di Milano è stato eletto, sopra tutto, coi voti delle donne. Durante la campagna elettorale si era verificato una sorta di “innamoramento” per il candidato che, fra i due, sembrava più attento all’elettorato femminile, ai suoi problemi e a una necessaria parità di genere nella politica. 
L’entusiasmo è durato sino alla composizione della giunta che, in effetti, pareva garantire questa parità: il numero delle Assessore era pari al numero degli  Assessori. Ma, in breve tempo, hanno iniziato a evidenziarsi delle criticità:
a. è risultata chiara da subito una anomalìa: le Assessore si comportavano da “custodi” dell’operato  del Sindaco e della sua figura, talora anche in modo acritico. Erano state scelte, non elette: e una sorta di sotterraneo senso di gratitudine ci pare le abbia in parte condizionate.

lunedì 17 febbraio 2014

Per un bilancio delle donne sull’operato della Giunta Pisapia: dal primo incontro pubblico a Milano

Documentiamo qui il primo incontro milanese di un progetto che ha, però, un respiro nazionale essendo sviluppato in parallelo anche in altre città [altri riscontri qui per il primo incontro a Torino, e qui alcune riflessioni da Genova]. 
Lo scopo è rendere pubbliche le premesse di un lavoro nato da un’esigenza diffusa e che ci riguarda tutte; ma vogliamo, al tempo stesso, fornire  elementi alle donne che devono ancora decidere se partecipare con i loro contributi.
Questa nota, non esaustiva, propone una sintesi di quanto detto a Milano il 12 febbraio, con alcune osservazioni fatte dalle donne presenti (evidenziate in corsivo). 

Era presente Laura Cima (che da Torino ha lanciato il progetto nazionale) la quale, in apertura dell’incontro, ha spiegato come la proposta abbia radici anche nella 3 giorni di discussione già avviata ad “Altradimora” nel 2013 (per iniziativa di Monica Lanfranco) sul tema Politica: sostantivo femminile. Un tema sollecitato dalla constatazione di meccanismi di esclusione delle donne verificati l'anno precedente, durante la prima candidatura italiana di una donna alle primarie del Centrosinistra. 
Il tema non è certo nuovo, ma si tratta ora di applicarlo a qualcosa di molto concreto, che abbiamo visto realizzato nei nostri territori e da cui ci aspettavamo moltissimo: il 50e50 in amministrazioni che potevano (potrebbero) avere un ruolo innovativo, se non rivoluzionario.
Il successo elettorale dell’attuale sindaco di Milano ha trainato altre città, soprannominate anch’esse "arancioni". Decisivo è stato l'apporto femminile, e la formazione di giunte 50e50 è l'aspetto più appariscente che ne è scaturito.  
Cosa possiamo oggi riconoscere in termini di risultati, e cosa porre all'attenzione critica?
PRIMI SPUNTI E CRITICITA' EMERSE
Dall'esperienza su Milano al più generale rapporto fra donne e politica
Poiché le devastate condizioni delle finanze pubbliche hanno giustificato la rinuncia a un Assessorato alle Pari Opportunità, il nuovo Sindaco, come a compensare l’assenza di questo istituto, ne ha preso in carico in prima persona il tema offrendo alle donne una figura diriferimento dedicata, priva di risorse economiche ma da lui delegata a rappresentarlo con associazioni e attiviste. Dunque un tramite di rapporto privilegiato? secondo l'esperienza di molte nel tempo ha prodotto non maggiore comunicazione, ma un effetto-schermo.
Molte aspettative erano nate intorno al progetto dei “tavoli tematici” (avviati per iniziativa della Presidente della Commissione Pari Opportunità).

sabato 15 febbraio 2014

Il 16 febbraio si vota alle primarie regionali Pd. Diana De Marchi: vi spiego perché mi candido

Le primarie del PD sono aperte e spero parteciperanno in tant*. La mia candidatura ha lo scopo di arricchire le proposte del Pd: quando si decidono ruoli importanti gli elettori devono poter scegliere, per questo le Primarie - elemento fondante del nostro partito - non sono mai spreco di tempo. L'obiettivo politico della nuova segreteria deve essere di profondo cambiamento, nella definizione di una vera identità politica regionale che nella Segreteria attuale appare poco chiara; anche in questo va cercata un'importante ragione per cui il Pd ha perso la battaglia per la regione. Dobbiamo investire seriamente su ambiente, servizi, reddito, formazione. E valorizzare il ruolo delle donne nell'interesse di tutti e di tutte. Dobbiamo fare rete e aumentare la partecipazione. 
I nostri temi devono essere chiari e davvero in grado di far cambiare pagina alla Regione: qui li esprimo nel mio programma

venerdì 14 febbraio 2014

Danza contro la violenza: appuntamenti a Milano e in Lombardia

14 febbraio 2014 per One Billion Rising for Justice
• Milano
alle ore 17:45 flashmob in piazza Duomo. Dopo il flashmob l'evento si sposta nella vicina piazza San Fedele: alle 18:30 un'esperienza multisensioriale sul tema della violenza sulle donne, organizzata da Intervita. Questa era la piazza dell'anno scorso, gremita oltre ogni aspettativa; non dubitiamo che quest'anno sarà ancora più partecipata:

• Brescia : Flashmob alle 17 in Piazza della Loggia  
• Cantù : Flashmob in Piazza Garibaldi, ci si ritrova alle 17.00
• Cremona : Flashmob alle 18, 30 alla Galleria XXV aprile 
• Lecco : Flashmob Pzza XX settembre alle 15.00 
• Legnano : Flashmob alle 18,45, Gallerie Cantoni 
• Lodi : Flashmob alle 16,30 in Piazza Castello (lato Questura); organizza Snoq Lodi 
• Mantova : Flashmob alle 17,30 in Piazza Martiri
• Pavia : Flashmob alle 18,30 in Piazza della Vittoria  
• San Paolo (Brescia) : Flashmob in Piazza Aldo Moro ore 16.00
• Saronno: Flashmob Piazza Libertà ore 16.00 
• Segrate : Flashmob alle 12.00, di fronte al Centro Civico "G.Verdi", via XXV Aprile
• Sondrio : Flashmob alle 17 in Piazza Teresina Tua Garberia 
• Stezzano (Bergamo) : Flashmob alle 17, presso Centro commerciale Le due Torri  
• Trezzo sull'Adda : Flashmob alle 17.00 

martedì 11 febbraio 2014

Un bilancio al femminile sull'operato della Giunta Pisapia: primo appuntamento 12 febbraio

Scaduti i primi 2 anni di mandato, dalle donne viene la proposta di fare un primo bilancio al femminile dell'operato delle cosiddette "giunte arancioni", che tanto hanno contato sulle donne e che, come promesso nelle campagne elettorali, hanno realizzato il 50 e 50. La Giunta Pisapia è una di queste: anzi, la più importante, quella che ha acceso i maggiori entusiasmi e che ha poi trainato le altre. 
Le donne milanesi sono dunque fra le più interessate a questo confronto; e il loro primo incontro sul tema avrà luogo domani, 12 febbraio, alla Casa delle Donne: h. 18 in va Marsala 8. Siete tutte invitate.

Questo per quello che riguarda Milano. Ma la proposta si rivolge alle donne di tutte le città in cui, accogliendo le richieste delle donne, sono state nominate giunte 50 e 50, chiedendo loro di dare risposte a queste domande:
Quanto, nelle rispettive città, le donne sono riuscite a promuovere metodi più democratici, nuovi progetti, ma anche protagonismo femminile, analisi di genere e pari opportunità nei propri territori?
Ciascuna potrà riflettere sulla propria esperienza e proporre riflessioni, contributi e proposte: lo scopo è arrivare, allo scadere del terzo anniversario, a una documentazione utile a tutte (e tutti) per proseguire meglio per il futuro. Ma anche a riproporre la voce delle donne come interlocutore ineludibile, che si chiede alle amministrazioni di riconoscere. Specie a quelle che, con tanta convinzione, sono state sostenute dal contributo femminile. 
Il progetto nasce dal basso, per una esigenza diffusa, e prende corpo in seguito alla proposta partita dal Piemonte: qui trovate i dettagli:

lunedì 10 febbraio 2014

Le Foibe siano di monito; ma un monito diverso dal solito

Oggi, 10 febbraio, ci inchiniamo davanti a tutte le vittime delle Foibe. Milano celebra il giorno del ricordo con diversi eventi, fra questi allo Spazio Oberdan (via Vittorio Veneto 2) oggi e il 15 febbraio:
• 10 febbraio h. 17.30, lettura interpretativa di “La Foiba dei Colombacci”, che rievoca l'esperienza autobiografica di Luigia Matarrelli,
•  sabato 15 febbraio, h. 11.00, la Compagnia Teatro Impiria presenta “Giulia”: una bambina in vacanza in Croazia ripercorre il tragitto che 30 anni prima fece sua madre coi sui genitori, riscoprendo così la storia dei suoi bisnonni, coinvolti nelle operazioni di pulizia etnica dell’Esercito Jugoslavo tra il 1943 e 1945 in Istria e Dalmazia. 
Eventi in memoria e per conoscere questo terribile dramma, che è stato a lungo sottostimato, e poi strumentalizzato in una sorta di gara di chi è stato più vittima, chi più feroce. Ecco: è da questo corollario grottesco, alla tragedia della crudeltà del potere, che viene il monito più ignorato: e non è che "anche il comunismo è cattivo". Così come, se si parla di persecuzioni della Chiesa, non è certo il "Cristianesimo" da bruciare. Quello che è da bruciare, e da rifiutare per sempre, è l'autoritarismo violento che, tramite l'abuso del potere, è in grado di invadere tutto, di stravolgere tutto, arriva a fare violenza nascondendosi dietro la "giustizia" e perfino nel nome dell' "amore". 
Ed è così che, se violenza e sopraffazione nel fascismo sono conclamati - una sorta di valore da reclamare con orgoglio, nella scia dei più esecrabili valori virili degli albori - proliferano vivi e vegeti anche là dove il fascismo si nega a parole, ma si applica nella mentalità e nei fatti. Da certi circoli di periferia, alle direzioni di partito, dagli uffici dei rispettivi dirigenti di forze in conflitto che si accusano reciprocamente di ferocia (come i governi israeliano e palestinese) ai gabinetti di potenze come la Russia di oggi (e ci fermiamo qui, perché l'elenco sarebbe infinito).
Compagni in piazza, fascisti a letto, avvertivano le donne dei movimenti di sinistra quando fra le loro fila cominciava a sbocciare il salutare alito del femminismo.
Ecco; è da qui: dall'analisi profonda e sincera di cosa davvero ci muove, di a cosa davvero tendiamo, è da qui che deve ripartire tutto.  


Donne per Milano, 10 febbraio 2014

domenica 2 febbraio 2014

Violenza in pasto ai bambini: un appello ai genitori e alla Scuola

Ieri [oltre che di #YoDecido], è stata anche la Giornata Europea dei Genitori e della Scuola, che dal 2002 intende valorizzare la partecipazione dei genitori come componente attiva nella vita scolastica. Anche a Milano si è tenuto un incontro sul tema promosso da Forum Regionale delle Associazioni Genitori della Scuola e Ufficio Scolastico Regionale.
I Forum dei Genitori costituiscono l’organismo, appunto, in cui può esprimersi la rappresentanza dei genitori, anche ai fini di realizzare nelle scuole iniziative di formazione (DPR 301 – 2005).
I problemi sono tanti; ma da parte nostra, a tutti i genitori e a tutti gli insegnanti, vorremmo segnalare la necessità di un'educazione alla relazione e contro la violenza, ad oggi catastroficamente carente. Eppure è qualcosa di ineludibile se si vuole affrontare il crescente malessere nei giovani (con il quale i professori fanno i conti, ma soli e senza mezzi) e contrastare il montare di quella mentalità predatoria che causa infiniti danni, con effetti devastanti per tutti, a partire dalle azioni contro l'ambiente e contro le donne

La scuola dovrebbe investire il massimo delle proprie risorse, a partire dal monitoraggio di quanto i nostri figli assorbono ogni giorno dai programmi televisivi, e dal promuovere conseguenti azioni di pressione su chi questi media li gestisce. Chi non ha l'abitudine di guardare la tv faccia una prova - a tutte le ore ma soprattutto in quelle serali, le ore più viste: includendo le tv a pagamento, i canali sono tantissimi ma la scelta è molto ridotta. Su quasi tutti i canali si susseguono senza posa serial, film e "servizi" che grondano violenza, horror e vampiri, risse e sbudellamenti. Oppure stupidaggini, spettacoli per idioti, intrisi di vacuità e sessismo. E anch'essi, nuovamente, violenti: in primis perché ogni sessismo lo è, secondo perché anche il modo di "ridere" proposto spesso è sadico. Vedasi molte puntate di "Scherzi a parte" e soprattutto (ancor più colpevole perché rivolto appunto a genitori e banbini) l'orribile sottinteso della comicità di Paperissima: che si sganascia su immagini di persone che si fanno male e di bambini umiliati nei più imbarazzanti incidentiQuali sono gli effetti di tutta questa violenza su bambini e ragazzi? Qualcuno se ne è occupato - qui per esempio un pezzo dedicato. E le evidenze sono veramente preoccupanti. Cosa aspettiamo a fare qualcosa? 
Dedicare a questo problema il massimo dell'attenzione; è questo il nostro suggerimento per il Forum delle Associazioni e per tutti i suoi interlocutori. Perché, essendo la politica inerte, e anzi connivente, resta solo da sperare nella scuola e nei genitori. Sono loro gli attori che più di tutti dovrebbero e potrebbero tentare di prendere in mano la situazione per esigere un cambiamento. 
Non solo per associazione di idee, ma anche per reale correlazione fra i due argomenti, segnaliamo qui il potente lavoro che da alcuni anni donne come Lorella Zanardo, con il Corpo delle donne, e associazioni femminili come DonneinQuota con Donatella Martini, stanno conducendo per tenere monitorata la comunicazione televisiva riguardo alla rappresentazione della donna. Un'azione che va dalla continua interazione con i vertici del servizio pubblico, allo strutturare precise proposte per le scuole, come il progetto "Nuovi occhi per i media". Energie e competenze con cui la Scuola potrebbe e dovrebbe entrare più in relazione. Come accennato più sopra sessismo e violenza sono collegati e sono entrambi aspetti di quella malattia sociale che sia OMS e l'Onu hanno denunciato come "epidemica" a livello mondiale. 

Car sharing si, diesel no

Tutti abbiamo notato, a Milano, la rapida espansione di proposte per il car-sharing, che non può che fare piacere e scatenare curiosità. In molti ci chiediamo se fra le auto ce ne sono di elettriche, e in che percentuale. E se ridurranno il traffico privato, in un progetto coordinato di miglioramento del trasporto pubblico.
In questo quadro il car sharing è una cosa bellissima per Milano e per ogni città ma, come sempre, quello che può fare la differenza è il metodo. Ci interessa molto non solo veder crescere questo strumento, ma anche come e in che direzione. E su questo, lasciamo parlare i Genitori anti-smog
Siamo da sempre favorevoli al car sharing come mezzo per ridurre il tasso di motorizzazione, l'occupazione di suolo pubblico e in prospettiva quale strumento di riduzione di traffico ed emissioni. Ma il car sharing non è cosa buona e giusta a prescindere, è importante il ruolo regolatore e di indirizzo dell'amministrazione per evitare effetti controproducenti.
Ecco perché abbiamo scritto all'Assessore alla mobilità del Comune di Milano: la nostra lettera, che trovate qui per esteso, chiede trasparenza nell'analisi e nella gestione, facendo osservazioni e richieste sulle modalità con cui si stanno configurando su Milano le diverse offerte. 
E, soprattutto, chiedendo di non concedere licenze a operatori che propongono veicoli diesel per il servizio di car sharing


Per info scrivete a info@genitoriantismog.it • o tel. +39 3394060365