martedì 18 giugno 2013

La Casa delle Donne di Milano

Fiocco rosa a Milano! nasce oggi, ufficialmente, qualcosa che attendevamo da tempo immemorabile: La Casa delle Donne di Milano. Questa immagine di benvenuto è il nostro piccolo regalo per la nuova arrivata:
Politicafemminile e Retedellereti la dedicano a chi ha lavorato per far nascere la casa, alle figure istituzionali che hanno collaborato per renderla possibile, e a tutte quelle che frequenteranno questo luogo, che speriamo diventerà magico. Una risorsa per tutta la città. In una bellissima, zona, in via Marsala 8, e animata da bellissime donne, sarà casa di tutte e luogo di incontro per singole e associazioni.
E intanto, stasera, 18 giugno dalle h. 18,30, incontro dei tavoli delle donne all'Acquario Civico: per parlare di tutto, e festeggiare l'avvio di questo nuovo progetto. BENVENUTA, CASA DELLE DONNE MILANESE.
Vogliamo una #casadelledonne in ogni città.


Qui il comunicato stampa dell'associazione “Casa delle donne di Milano”:

Un successo per Milano e per le donne
Una splendida notizia: finalmente anche Milano avrà la Casa delle donne, come moltissime città in Europa e nel mondo. Lunedì 17 giugno abbiamo saputo che il nostro progetto ha vinto il bando indetto dal Comune di Milano per la gestione dello spazio di via Marsala, destinato appunto alla Casa. Siamo arrivate fin qui grazie a un percorso iniziato due anni fa con i Tavoli delle donne, nati su invito di Anita Sonego, presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano.
Una pratica di partecipazione e confronto che si è sviluppata attorno ad alcuni temi di interesse collettivo come gli spazi, il lavoro e la salute, da un punto di vista di genere.
In particolare noi del Tavolo Spazi abbiamo sin dall’inizio individuato come primo obiettivo la progettazione di uno spazio comune per le donne in questa città, interpretando un desiderio da lungo tempo espresso dai movimenti milanesi e mai sinora realizzato. Ci siamo quindi costituite in Associazione di promozione sociale, un passo rivelatosi necessario per interloquire con l’Amministrazione e partecipare al bando comunale.
La nostra Associazione conta già circa 350 iscritte, ed è solo l’inizio. Questo successo ci emoziona e ci rende molto felici, ma anche consapevoli dell’impegno che ci assumiamo nei confronti di tutte le donne della città, con cui vogliamo al più presto condividere il progetto e gli obiettivi, aprendo lo spazio della Casa alla più ampia partecipazione, affinché possa rappresentare un vero punto di riferimento per ognuna e per tutte.
Se oggi il “sogno” di una Casa per le donne a Milano può diventare realtà, lo dobbiamo anche al sostegno di alcune donne delle istituzioni. Oltre ad Anita Sonego: Daniela Benelli, Lucia Castellano, Marilisa D’Amico, Ada De Cesaris, Patrizia Quartieri, Francesca Zajczyk.
Per info scrivete a : casadonnemilano@gmail.com
Vi invitiamo ad iscrivervi alla pagina facebook

sabato 15 giugno 2013

La politica sta a guardare: il nazismo che avanza

Oggi a Rogoredo un bel raduno europeo di nazifascisti. Una fiera di organizzazioni estreme che include perfino il Ku Klux Klan. Vero è che il sindaco Pisapia (che ringraziamo) ha emesso una nota indignata su questo evento. Peccato però che sia organizzato dalla stessa formazione che fra 10 giorni promuoverà un convegno dal nobile titolo, presentato da: associazione onlus “Caramella buona”, l’organizzazione “Branca comunitaria” e “Lealtà Azione”: un movimento che esibisce sul suo sito il pensiero del criminale nazista Leon Degrelle (figura di riferimento del neonazismo europeo). Un convegno a cui la Provincia addirittura accorda il patrocinio (vedi foto sotto). Che importa se è promossa da nazifascisti? ha un bel titolo - che da ben 6 anni funge da lasciapassare. Su questo chiediamo spiegazioni. E una bella marcia indietro. Perché nessuno può vietare a nessuno di fare bei convegni: ma invitiamo tutti a una seria riflessione. 
Il crescente numero di aggressioni (verbali e fisiche) ai danni di donne, omosessuali, immigrati (o di ragazzi dall’aria “comunista”), è un preciso indicatore della costante crescita che nel ventennio berlusconiano hanno avuto le formazioni nazifasciste. Ma la cosa più preoccupante è proprio il persistere di quella tolleranza che il sistema politico e sociale ormai accorda loro.
Da più di un’intervista a Paolo Berizzi (inviato di Repubblica autore dell’articolo che vedete in foto), qui e qui, apprendiamo quanto segue, su queste formazioni: 
• Che godono di alleanze inedite e rinnovate con la malavita organizzata.
• Che si riuniscono sotto una serie di sigle che si presenta tranquillamente alle elezioni, raccogliendo attualmente intorno al 3%: [cifra assolutamente da NON sottovalutare, ndr].       
• Che “oggi assistiamo alla progressiva nazificazione dei movimenti di estrema destra, perché c’è bisogno, soprattutto per i più giovani, di identità forti, di etichette esplosive che riempiano il vuoto di valori e di idee che c’è intorno”, e la comunicazione dei neofascisti “si inserisce perfettamente in questa logica”.
E, aggiungiamo noi, viene da tanto sostenuta in modo indecente da giornalacci berlusconiani incluse testate molto pubblicizzate che, travestendosi da cavalli di Troia giovanili, avvelenano gli adolescenti con l’idea che il nazifascismo sia qualcosa che fa fico [esempio il numero di Febbraio 2009 del mensile Mondatori “Top Girl” (per ragazze fra i 14 e i 19 anni), che presentava come attizzante la “carica dei neofascisti”: qualcosa di terribilmente “trendy”]. Dall’altro lato, come sappiamo, la “moderata” area politica del padrone di questi giornali è molti anni che finanzia (con soldi pubblici e alla luce del sole) le organizzazioni nazifasciste in questione. Apprendiamo poi:
• che i movimenti neofascisti si sono molto aperti alla società civile perché è da lì che “possono infiltrarsi con maggiore facilità”. Ad esempio CasaPound: che si presenta come “primo modello di centro sociale di destra”, che fa dei copia e incolla di molti temi cari alla sinistra (la casa, l’essere contro i poteri forti) chiamandolo antiglobalismo, e rivendica “il sentirsi vicino ai ceti meno abbienti, ovviamente composto da cittadini italiani, perché l’identità nazionale e nazionalistica è un tema centrale”. Ma anche, aggiungiamo noi, è legato a doppio filo con organizzazioni che, con la scusa di agire "in difesa dei padri separati", promuovono una cultura violentemente misogina e chiedono a gran voce revisioni del diritto di famiglia (per loro troppo" matriarcale" - !) e abolizione della 194.
• Che “i ragazzi di Casa Pound si presentano come dei 'duri e puri' che occupano le case che poi trasformano in centri sociali", dicono “noi rompiamo gli schemi” e si presentano come “fascisti per bene”. Applicano cioè la strategia del “nascondersi, celare gli aspetti più estremi della propria identità” – come nelle raccomandazioni nei noti suggerimenti del leghista Mario Borghezio (che all'epoca era ancora eurodeputato) ai nazifascisti francesi Nissa Resela: “infiltrarsi nella politica”, facendo attenzione a “non apparire agli altri come fasci nostalgici”, ma anche “rimanendo, dentro, sempre gli stessi”. Nazisti, appunto.
Se qualcuno fa loro presente che non è necessario professarsi di estrema destra, le risposte destabilizzanti. Come ad ad esempio questa, resa su fb da un'esponente politica vicina a questi movimenti: "Le idee che porta avanti l'associazione in questione sono incontestabili. Si va dall'intento di costituire una comunità etica, al tempo stesso politica, spirituale ed intellettuale, unendo uomini e donne in una comunione di intenti, d’ideali e d’azione, che agiscono volontariamente nella società con spirito Militante, ovvero con fede, senso del sacrificio, disciplina e senza ricercare utili materiali o profitti personali, perché animati da una concezione etica della vita che si riassume nel rispetto dei Valori tradizionali, nel senso dell’onore e nel rifiuto del compromesso sistematico. Passando all’imprescindibile unione tra ciò che si pensa e le azioni che si compiono. Il pensiero, cioè la visione del mondo che si richiama ai principi dottrinali, sacri e incorruttibili, vive e si concretizza nel momento in cui tramite l’azione trova la sua applicazione. Tutto quanto sopra esposto è in qualche modo riconducibile direttamente al fascismo?! Ma per favore. Non avete argomenti. Parlate di cose che non conoscete, non ascoltate e non accettate il confronto e quello che ne deriva se fatto fra persone di pari intelligenza. Ovvero cambiare idea e riconoscere di avere tratto delle conclusioni errate. Finchè ragionerete in questo modo e resterete chiusi nel vostro bunker antifascista fatto di pregiudizi e di democrazia a senso unico, non andrete molto lontano". Che dire, allora? Si rivendica un'altra "democrazia": una che va "in un altro senso". Ma se NON si è fascisti, perché professarsi tali e bardarsi di simboli nazisti? e un attimo dopo negare questa essenza, appellandosi ai "valori"? quali?
Tornando ai “ragazzi duri e puri” del “centro sociale” Casa Pound: occupano le case ma a Roma si possono permettere di “pagare l’affitto in più di una sede”, e anzi in diversi casi “gli appartamenti gli vengono addirittura regalati”. E perché? perché (grazie ai molti sostegni politici dell’area suddetta, e relativi finanziamenti profusi) questa organizzazione si è praticamente istituzionalizzata e ora promuove un “Franchising del neofascismo” con una strategia comunicativa molto studiata. “Cercano le sedi sempre vicino a forti comunità di immigrati, oppure a università o in quartieri popolari”. E perché? 1. Per dimostrare di essere l’ultimo “baluardo” di italianità in un Paese sempre più multiculturale; 2. Per stare vicini ai “terreni di coltura” dove si trovano giovani e giovanissimi abbandonati al vuoto di lavoro e culturale, da reclutare presentandosi come “ragazzi normali e moderni” che condividono i loro stessi problemi.
Apprendiamo anche, così, che
• ormai sono oltre 150mila i ragazzi dell’ultradestra. E “oggi l’80% degli ultras italiani ha una colorazione nera, nerissima" (…). E, andando avanti così, “in diverse zone ci si ritroverà davanti una vera e propria valanga dei movimenti di ultra destra”.
• Che la loro capacità di infiltrarsi ad ogni livello deriva dalla mancanza di risposte che vengono dal sistema: assenza di alternative e mancate risposte della politica che tollera: una politica che ha fatto di tutto per normalizzarli, anziché combattere la loro crescita. E così, “oggi che nel Paese c’è stata una vera e propria disintegrazione di quella che si chiamava un tempo sinistra extraparlamentare, ti trovi davanti un vuoto. I neofascisti sono arrivati per riempirlo”.

Tutto ciò mentre la politica (oltre ad averci trascinato fin qui, e non fare nulla di nulla per cambiare registro) dà poteri speciali al Capo dello Stato (che si suppone resteranno ad libitum per uso capione), e mette al primo posto la presunta urgenza dell’elezione diretta dello stesso. Urgenza, fino a poco fa, sentita solo dalla P2 e dal piano “Rinascita” di Gelli.

E noi, stiamo a guardare?

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da un gruppo di studentesse che, dichiarano, hanno già subito stalking personale in rete per aver postato contenuti femminili e antifascisti, 15 giugno 2013


sabato 1 giugno 2013

L'addio di Milano a Franca Rame

Eccole, le donne in rosso, che cantano (e suonano) Bella ciao per Franca: così come lei voleva. Belle e numerosissime, mescolate alla folla che è venuta a darle un addio commosso, in un funerale che è stato anche un grande momento collettivo di partecipazione.

Patricia Scotland a Milano: nasce in Italia la prima sezione internazionale di EDV GF

Un grandissimo grazie all'Università di Milano-Bicocca e alle organizzatrici dell’incontro con Patricia Scotland (ex Guardasigilli del governo laburista ed ora membro della Camera dei Lord, fondatrice della EDV GB), per aver promosso, proprio in Italia, un progetto volto a creare la prima sezione internazionale di EDV GF: The Global Foundation for the Elimination of Domestic Violence
In questa occasione la baronessa Patricia Scotland, fondatrice della EDV GF, è venuta a portare l'esperienza della Gran Bretagna per affrontare la tragedia della violenza contro le donne.
L'indicazione è: prevenire è meglio che curare. E ove viene applicata i risultati si vedono: con il "metodo Scotland" (cioè  il piano di prevenzione e interventi messo a punto da Scotland), a Londra si è passati dai 49 femminicidi nel 2003 alle "soltanto" 5 vittime per violenza domestica del 2010. 
Un risultato a cui i nostri politici farebbero bene a guardare con grande attenzione: dovete informarvi e studiare, cari eletti, politici e amministratori tutti: per capire come si affronta e si risolve un fenomeno tragico ovunque, e particolarmente catastrofico in Italia (con 120 vittime solo nel 2012!). Patricia Scotland ha parlato dunque del suo modello anti-violenza. Marina Calloni, docente di Filosofia Politica e Sociale alla Bicocca, in questo video definisce il metodo Scotland un "modello olistico": perché servono politiche adeguate e integrate a più livelli; devono essere coinvolte tutte le istituzioni, dai politici ai datori di lavoro. 
Si prevede che la realizzazione della futura associazione richiederà un anno di lavoro. La costituzione di EDV Italy e le attività connesse saranno finanziati anche grazie ai proventi del libro “Il male che si deve raccontare. Per cancellare la violenza domestica“, scritto da Marina Calloni e Simonetta Agnello Hornby (avvocato e scrittrice).
La violenza domestica riguarda uomini, donne e bambini di qualsiasi nazionalità, razza, religione e classe sociale. Come tale, è un problema tanto locale, quanto globale che richiede una soluzione complessiva e integrata. La Scotland ha fondato la GF EDV proprio per raggiungere questo obiettivo, proponendosi come catalizzatore di esperienze e di metodi promossi nel Regno Unito, al fine di  mettere in atto una risposta coordinata contro la violenza domestica.

L'intervento di Patricia Scotland è stato introdotto da Marina Calloni (nominata acting ambassador di EDV GF in Italia), e seguito da un commento di Simonetta Agnello Hornby. Hanno inoltre partecipato, portando i saluti di benvenuto, Marialuisa Lavitrano (Pro Rettore per l’Internazionalizzazione), Carla Facchini, (Direttrice del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale), Francesca Zajczyk (Delegata del Sindaco di Milano per le Pari Opportunità).