lunedì 4 febbraio 2013

Paola Colombini

Care amiche e cari amici, sono Paola Colombini, candidata nella lista con Ambrosoli (circoscrizione di Milano, n° di lista 3). Inizio col dirvi che il 30 gennaio, quando c’è stata a Milano la presentazione alla stampa della lista nella quale mi presentoil Patto Civico con Ambrosoli, ho avuto la sensazione che fosse anche una ‘festa delle donne’.
C’erano ovviamente altrettanti uomini – bravi, entusiasti e motivati – eppure il clima era quello che respiriamo noi ‘ragazze’ quando ci troviamo dentro una grande avventura che sappiamo di potere governare con le nostre emozioni, le nostre competenze e lo sguardo ‘al femminile’ che ci è proprio.
Le competenze, le capacità, i progetti, le idee non hanno genere. Il governo delle cose, grandi e piccole, invece sì. Il potere è sempre stato declinato al maschile.
Il momento è drammatico. La violenza, psicologica e fisica, si abbatte sulle donne con frequenza inquietante: riempie le cronache nere e le nostre vite. La pubblicità ci mortifica. La rappresentanza femminile nelle istituzioni e nei luoghi decisionali è agli ultimi posti in Europa. E agli ultimi posti in Europa è anche l’occupazione femminile, nonostante siano ormai conclamate la nostra preparazione e le nostre capacità. Il tasso dell’attività femminile in Italia segna -15 punti rispetto alla media degli altri 25 Paesi dell’Europa. Anche Banca Italia, nelle sue relazioni, parla della straordinaria opportunità di crescita rappresentata dal lavoro delle donne.

Cosa ci manca, allora, per portare sulla scena politica, economica e sociale il valore che noi siamo e che tutti, a parole, ci riconoscono?
Ci mancano i servizi e un reale riconoscimento della maternità come valore sociale. Ci manca la qualità ambientale e sociale delle nostre città e dei territori in cui viviamo. Ci manca una cultura del rispetto, delle specificità dei bisogni e una visione del benessere declinato nelle diversità di genere.
Tutto questo può essere affrontato solo grazie a una più numerosa e incisiva presenza delle donne nei luoghi decisionali e nelle istituzioni.

Leggendo le testimonianze delle altre candidate che hanno partecipato a questa piattaforma, che ha il pregio inestimabile di darci voce e di intessere un dialogo sui temi che ci vedono impegnate, ho colto la concretezza delle proposte e la loro coerenza rispetto alle scelte di vita.

Anch’io mi presento agli elettori per quello che sono, una lavoratrice e una donna, con l’intento di dare il mio contributo con le competenze e le esperienze che ho maturato.

Sono professionista nell’editoria turistica e dei beni culturali: ho studiato e raccontato l’enorme ricchezza di ambienti e paesaggi che compongono la nostra Regione e l’Italia, ho viaggiato in lungo e in largo per la penisola con l’intento di divulgare le bellezze del nostro territorio e per proporre un turismo sostenibile, la salvaguardia del patrimonio storico-artistico, la valorizzazione di tutte le risorse culturali nelle quali si radica la nostra identità.
Salvaguardia e valorizzazione non sono in contraddizione, così come non lo sono cultura ed economia.
La tutela deve accompagnarsi alla diffusione della cultura come occasione di crescita personale, sociale ed economica. Il tema culturale deve tornare a essere strategico.

Il turismo ha in Lombardia tutte le potenzialità per diventare un volano dello sviluppo economico e della crescita occupazionale. Tutti i protagonisti del settore turistico, dei beni culturali e delle tecnologie informatiche a essi applicate devono creare una rete di informazione e di relazioni, e sinergie capaci di rilanciare l’immagine e la competitività della Lombardia in Europa e nel mondo.

Un luogo accogliente per il turista lo è innanzi tutto per i suoi abitanti. Ed ecco dunque che i temi della sostenibilità ambientale diventano cruciali: accessibilità, trasporti efficienti e a bassa emissione di carbonio, obiettivo “zero consumo dei suoli”, manutenzione e riqualificazione dei centri e degli edifici storici, riscoperta dei paesaggi e dei contesti rurali e, con essi, dei prodotti agroalimentari, dialogo continuo con i territori intercettando le tante tendenze virtuose già presenti in Lombardia come, per esempio, l’agricoltura biologica (che, va sottolineato, nella nostra Regione è gestita per il 34% da donne).

La mia vita lavorativa si è affiancata a quella nella famiglia e nell’impegno sociale. Frequentando, per scelta personale o professionale, il mondo dell’associazionismo rivolto alla tutela dell’infanzia violata o in difficoltà ho conosciuto, in Italia e in Sud-America, realtà inimmaginabili.
Sono mamma adottiva e ho vissuto in prima persona le difficoltà di una famiglia multietnica e con problemi specifici di inserimento dei bambini nella scuola, in anni nei quali la nostra Regione degradava nell’intolleranza (e non di rado in pratiche quotidiane di razzismo) e nell’indifferenza. Questo ha acuito la mia sensibilità e la mia capacità di focalizzare l’azione sui bisogni.
Il benessere dei bambini deve essere messo al centro dell’attenzione: occorre predisporre sul territorio strumenti efficaci di supporto, basati sulla complementarietà degli approcci e degli interventi.

Infine, un cenno alla mia passione: l’etologia e la cinofilia. Ho un cane e so quanto benessere può trasmettere un animale alla sua famiglia. Occorre però, quando si accoglie un cane o un gatto o qualsiasi altro individuo di specie diversa, conoscerlo e saperlo accudire ed educare: è una responsabilità individuale e sociale (pensate soltanto al costo economico degli abbandoni). Ed è un dovere non più procrastinabile anche la promozione di una cultura del rispetto verso gli animali, intercettando con questo una sensibilità ormai diffusa.

Le mie proposte concrete su questo tema sono quattro: dialogo con le associazioni e gli operatori per definire il riordinamento delle professioni cinofile al fine di fare emergere le competenze e tutelare gli utenti; costruire opportunità di formazione dedicate ai possessori di animali in modo da fornire gli strumenti di base per il benessere dell’animale e la sicurezza della comunità in cui vive; promozione di rifugi per animali abbandonati non più intesi come luogo di reclusione bensì accoglienti parchi-canile/gattile dove gli animali siano curati, educati e, se necessario, riabilitati da operatori specializzati in attesa dell’adozione, e dove i visitatori possano accostarsi serenamente al meraviglioso mondo animale; sostenere l’associazionismo che è veicolo importante di socialità, di scambio e di trasmissione di cultura.


4 commenti:

  1. benvenuta anche a Paola Colombini, e al suo post molto interessante :-)
    grazie!

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  2. Con Naomi Campell Presidente degli Stati Uniti avremmo rappresentanza sia femminile che afro. Chissà se avrà il voto dalla colf che ha picchiato.
    La lottizzazione per generi o etnie è una truffa per distrarre dalla lotta di classe, come aveva capito Brecht in "Le teste tonde e le teste a punta".

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  3. ma per carità uns che fa questi discorsi non è certamente una ancorata a terra...

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