mercoledì 13 febbraio 2013

Luisa Rizzitelli su: la strada dei diritti, dalla Lombardia all'Italia intera

Ieri c’è stato un momento in cui valeva la pena di essere davanti alla Tv e vedere Sanremo. Io non ero davanti alla Tv, perché partecipavo a una riunione di Arcilesbica a Milano. Ma Stefano e Federico, che ho visto oggi in video, erano bellissimi.
Forse non ci si rende conto fino in fondo della portata eccezionale che ha in questo paese portare nella serata di apertura del Festival, su Rai1, la storia di un normale amore omosessuale, che vuole concludersi con un’unione, un matrimonio. Stefano e Federico andranno a New York a sposarsi “perché le leggi di questo paese non ce lo lasciano fare”.
Sono due uomini, in questo caso, ma avrebbero potuto essere due donne. Forse, in verità, non è un caso che siano uomini. Perché se le persone omosessuali in Italia sono costrette all’invisibilità, non ricevono né riconoscimento né rispetto per le loro scelte affettive e sessuali, le donne omosessuali sono costrette a una particolare marginalità. Una doppia assenza potremmo chiamarla: assenti come omosessuali nel discorso pubblico sulla sessualità, che è il più eterosessista d’Europa, e assenti come lesbiche nelle rappresentazioni dell’omosessualità.
Le unioni omoaffettive e i matrimoni tra persone dello stesso sesso, che darebbero pieno diritto di cittadinanza alla scelta omosessuale, sono una materia che la politica deve trattare a livello nazionale. Ma c’è molto che una Regione come la Lombardia può fare. Dall’istituzione di un registro regionale per le unioni alla promozione di eventi e campagne di sensibilizzazione e di contrasto all’omofobia, in stretta collaborazione con il volontariato e il terzo settore. Di questo parlano i miei 10 punti.
Io vorrei fare della Lombardia la Regione modello, la San Francisco d’Italia! Spero di avere dietro di me tante donne, omosessuali, eterosessuali, bisessuali, convinte che il rispetto e la valorizzazione delle differenze di genere e di orientamento sessuale sia il primo passo per la costruzione di una società più giusta, più moderna, più dinamica, più solidale. E sono convinta che in questa lotta saranno con noi anche molti uomini.
Perché quando è l'amore il punto da cui si parte, non può essere che il riconoscimento reciproco quello cui si può e si deve arrivare.


Io, Luisa Rizzitelli, propongo di:
1. Predisporre un registro regionale delle unioni civili, per garantire alle coppie di persone dello stesso sesso il godimento di pieni diritti di cittadinanza e l’accesso in condizioni di parità a finanziamenti e agevolazioni regionali, e contribuire alla lotta contro l’omofobia e la transfobia;
2. Rimuovere gli ostacoli fisici, sociali e culturali all’accessibilità degli spazi pubblici per i cittadini con disabilità e per le persone anziane;
3. Promuovere l’integrazione dei diversamente abili attraverso la piena partecipazione alla vita civile, inclusa quella culturale (in particolare attraverso il sistema bibliotecario e i poli culturali regionali) e sportiva (valorizzando l’associazionismo di settore);
4. Garantire agli stranieri regolarmente residenti pari accesso alle risorse economiche, sociali, sanitarie, abitative del territorio regionale;
5. Rimuovere gli ostacoli alla piena integrazione dei residenti stranieri, a partire da quelli burocratici, favorendo l’accessibilità delle informazioni, la mediazione linguistico-culturale e l’orientamento ai servizi, con particolare attenzione a donne e minori;
6. Valorizzare la collaborazione e l’integrazione tra attori pubblici e del privato sociale per l’attivazione di strumenti di difesa e promozione dei diritti civili (pari a quelli dei cittadini italiani) e sociali (come salute, casa, educazione) dei residenti stranieri;
7. Promuovere strumenti e strutture d’accoglienza che consentano il pieno riconoscimento sul territorio lombardo del diritto d’asilo per le persone in fuga da guerre e persecuzioni;
8. Garantire agli studenti disabili pieno accesso al sistema educativo, garantendo la presenza di adeguate infrastrutture nonché servizi di sostegno all’apprendimento e ai progetti di attività motoria;
9. Sostenere, attraverso una virtuosa collaborazione tra enti pubblici e associazionismo, progetti e iniziative per la promozione di una cultura del rispetto della diversità di genere e di orientamento sessuale;
10. Dare sostegno psicologico, sociale, sanitario, attraverso servizi dedicati e integrati, alle persone transessuali, specialmente lungo il difficile iter di rassegnazione del sesso.
 

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